Settimana scorsa, da mercoledì a venerdì, siamo stati a SolarExpo/the Innovation Cloud. L’aspettativa era quella di chi già sa che era stato occupato un solo padiglione: tuttavia, trovarsi davanti a solo mezzo padiglione ha dato un bel colpo all’umore..
La assai nutrita selezione di interventi, convegni, workshop, seminari di alta qualità ha però accentuato la sensazione di trovarsi davanti a una cattedrale nel deserto. Cattedrale, inoltre, attraversata da fermenti e paure che stanno scuotendo (ancora1) un settore già da anni tartassato e sotto accusa.
Protagonista di questo Solarexpo, infatti, è stato il cosiddetto “Spalma Incentivi”: in soldoni il Governo, per ottemperare alla promessa di tagliare del 10% la bolletta per le PMI, ha deciso di interventire sulla componente A3 della bolletta, tagliando retroattivamente del 20% gli incentivi e “spalmandoli” su un arco temporale di 27 anni anzichè 20. Chiaramente, un intervento del genere renderebbe del tutto NON attrattivi gli investimenti passati, presenti e futuri nel campo delle rinnovabili. Per questo la palla è stata girata dal MiSe alle Associazioni, che hanno un mese di tempo per trovare soluzioni innovative per riuscire a diminuire le bollette e senza tagliare gli incentivi alle energie da fonte rinnovabile. Sorvolando sulle motivazioni politiche della scelta, era facilmente prevedibile che a tali decisioni seguisse un malcontento generalizzato.
Diciamolo: il settore, già indebolito, si è riunito a scartamento ridotto a SolarExpo. E con l’umore basso.
Risultato che stride fortemente con le sensazioni riportate a valle di MCE ExpoComfort, fiera dalle termoidraulica che, per sua stssa natura, è declinata per un mercato più vicino al consumatore di quanto non lo sia SolarExpo.
L’impressione finale è che le rinnovabili siano un mercato che va integrato nella vita quotidiana della gente comune: i grandi investimenti (ma anche quelli medi) non hanno futuro in Italia e forse bisogna ripensare la filiera riducendo progressivamente le marce: dal produttore al consumatore.
Le rinnovabili come ce le ricordiamo non esistono più: per avere futuro devono diventare Smart e Off Grid. L’obiettivo, a questo punto, è la rete diffusa, non la rete radiale.
La vera sfida sarà movimentare i capitali e le teste degli italiani.